pERCHE' DA NOI...NON ESISTONO DIFFERENZE....
nUMERO 2
NOVEMBRE 2020
CIAO GIGI...CIAO STEFANO
ASI
SPETTACOLO
MAGAZINE
ORA FATE RIDERE ... ...E CANTARE
...ANCHE GLI ANGELI...
Produzione & Distribuzione
Proprietario ed Esclusivista Asi Spettacolo
Ideato & Diretto da Francesco Leardini
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La squadra Asi Spettacolo Magazine
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asi spettacolo magazine www.asispettacolo.it
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Mister Ardin & Mister Magorium
Rubrica Magia & Illusionismo
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SARANNO FAMOSI IN... MUSICA
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PICCOLI TALENTI
the bloopers
NATURA & BELLEZZa
YOU TUBER & WEB STAR CHANNEL
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BENVENUTI A TUTTI
Esoterismo il martello delle streghe
Saluti a tutti. Per chi ancora non mi conosce, mi presento: sono Sabrina Bilotta presidente dell' associazione Asi spettacolo. Prima di tutto, invio un affettuoso saluto a tutti i nostri tesserati e nel contempo un ringraziamento ai vari collaboratori di rubriche di questo splendido Magazine, che hanno fatto un egregio lavoro. E' per me un onore aver ricevuto da parte della redazione, l'invito a scrivere un breve prefazione di apertura. Le attività della "nostra" associazione, sono inserite in contesti culturali e aggregativi, che si rifanno ai valori portanti dell'ente nazionale stesso: rispetto, moralità, patria, famiglia senso associativo ,promozione del sociale. Le nostre mission sono "ovviamente" in prevalenza artistiche e difatti i molteplici servizi offerti ai tesserati, hanno come obbiettivi la salvaguardia della loro immagine pubblica, nonchè la possibilità di potersi migliorare tramite le varie molteplici opportunità che trovano, sia nelle notizie riguardanti i casting e sia nel database interno, senza dimenticare le possibilità formative di Master e suggerimenti da parte dei nostri Tutor. L'associazione, che mi onoro di presiedere, è divenuta, in breve tempo, un punto di riferimento per artisti,manager,produttori,registi, che sempre piu spesso trovano nei nostri tesserati dei validi esponenti per le loro operazioni artistiche. Nel salutarvi, vorrei inviare un plauso a tutti --i tanti-- collaboratori interni ed esterni della nostra meravigliosa realtà associativa e consentitemi di ringraziarne due in particolare: Enio Drovandi e Francesco Leardini. Il primo è il nostro Testimonial, nonche responsabile del settore stesso presso l'ente nazionale, che con la sua notorietà e enorme credibilità umana e artistica, ha permesso a tutti noi di fare quel salto di qualità, rendendoci leader nel settore comunicazione e spettacolo. Il secondo è l'anima operativa di Asi spettacolo, colui che piu di ogni altro è vicino ai tesserati e ne cura con sapienza il percorso formativo, dispensando consigli, ed essendo sempre disponibile ad ascoltare le varie problematiche che si possono verificare. E in piu a lui dobbiamo l'aver saputo costruire un validissimo Team di collaboratori redazionali e aver dato la luce a questo fantastico Magazine. Grazie di avermi letto e buona vita a tutti Voi Sabrina Bilotta
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STORIA TEATRO E POESIA
COPERTINA & INTERVISTA
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IL FAMOSO SCONOSCIUTO
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asi spettacolo sociale
SARANNO FAMOSI IN... CINEMA E TV
medicina estetica
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SOMMARIO
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spazio belle notizie
VOGLIO TORNARE NEGLI ANNI 90
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AMICIA 4 ZAMPE
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il giro dei gusti in 12 mesi
TECNOLOGIA E FUTURO
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i libri di michela
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OROSCOPO
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oGGI ANDIAMO A VEDERE...
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RUBRICA MAGICA
SARANNO FAMOSI IN...DANZA
le orchestre italiane
CALENDARIO EVENTI
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te lo racconto in una foto
57 SARANNO FAMOSI IN... MODA
Oggi sono particolarmente felice, il sole splende in alto nel cielo sono le 15,30 di un pomeriggio d’estate e mentre vi scrivo sto sorseggiando del Buon the verde freddo. Carica come sempre per parlarvi di una magnifica crema corpo dalle moltissime proprietà, tutta fatta con semplicissime cose di casa.Andiamo a scoprirla insieme… CREMA AL CETRIOLO E ALOE VERA Occorrente:1 cetriolo, una foglia di Aloe Vera (in alternativa trovate dei succhi di aloe vera 100% naturali in erboristeria o in negozi ben forniti). La nostra immancabile ciotolina e un frullatore. Procedimento: Ricavate il gel dalla foglia di aloe vera basterà aprire la foglia e togliere con un cucchiaio tutto il gel, o in alternativa utilizzate il succo. Mettete il tutto nel mixer con il cetriolo e frullate! Una volta ottenuta una cremina liscia simile a un gel. Riponete la crema in un vasetto e conservatela in frigorifero. Vedrete che stupenda sensazione di freschezza e di benessere donerà alla vostra pelle questa incredibile crema!! Provare per credere! Alcune curiosità Le fette di cetriolo tutti sappiamo che applicate sugli occhi servono per rassodare la pelle! Se a questo uniamo le fantastiche proprietà riparatrici dell‘aloe vera, ecco che otteniamo un vero tocca sana per la nostra pelle. Fatemi sapere se la provate, come vi siete trovate, se avete avuto benefici e se vi è piaciuta.Mi trovate su Ig come@MartySantagiuliana lì potrò rispondere a tutte le vostre domande.
Martina Santagiuliana
Ciao a tutte, mi presento: sono Martina Santagiuliana ho 29 anni e vivo nel Nord Italia.Sono una ragazza solare e dinamica con molta voglia di fare, amante degli animali, e dell’aria aperta.. e una grande sostenitrice e amante dei prodotti beauty Bio. Ci sarebbe molto altro da dire ma ci conosceremo sempre di più un po' alla volta! In questo mio spazio vi parlerò ogni settimana di una maschera viso e collo, o capelli ecc.. da realizzare comodamente a casa con ingredienti che tutti abbiamo, e facilmente reperibili. Vi svelerò i miei segreti di bellezza e parleremo di molti prodottini che vi consiglierò.Pronte a prendervi cura di voi insieme a me?!
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NATURA E BELLEZZA
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Tel. +39 351.529.60.22
Via Cesena 18 - 00182 Roma
OGGI ANDIAMO A VEDERE.... CINEMA - TV - TEATRO
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LA CASA DI CARTA 4I primi episodi della casa di carta iniziano conIlProfessoreaccecato dal dolore per aver perso Lisbona; la suamente, da sempre brillante coordinatrice del piano, non è più lucida. Quindi la narrazione èrallentata e ci sono pochi spunticapaci di monopolizzare la nostracuriosità. La soglia dell’attenzione si abbassa. Terribili leversionidi “Ti amo” diUmberto Tozzie “Cerco un centro di Gravità permanente” diFranco Battiato, intonate da uncoro di monaci. ilballo scatenato, conalcolici alla manoe musica tecno, diTokio,Nairobi,LisbonaeMonicaper festeggiare un evento assurdo:la nascita diIbiza. Si tratta delpresunto figliodi Nairobi e del Professore, dopo che quest’ultimo acconsente afecondarela donna. Insomma, in barba ilegami interpersonali: proprio quelli che erano banditi quandoSergioassemblò la banda. Il Professore capisce cheLisbona è ancora viva. Finalmente,rivediamo il personaggioche abbiamo sempre amato: furbo, astuto, manipolatore, capace di sottrarre terreno alla Polizia. E’ l’ora delpiano Parigi: Lisbona, nel corso di unlungo interrogatorio, annienta i presenti contecnicismi. Poi, è coinvolta in un rapidoscambio di ostaggiche ci fa fremere: sfugge alle manette e, anche lei, si introduce nella Banca di Spagna. Nel frattempo, l’ostaggio Gandia,capo della sicurezza del Banco di Spagna(che vanta nel proprio curriculummissioni segrete illegali in Medio Oriente come assassino) sta vagando apiede liberonella struttura. Siamo in unaspirale di adrenalinache sfocia in uniconico funerale, sulle note diDamien Rice.
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Monica Roxie
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A farne le spese èNairobi era l’unica ad avere qualcosa da perdere, perché era una criminale,ma prima di tutto una madre. Desiderava rivedere quel figlio che le era stato indebitamente strappato.Desiderava una famiglia. Una fragilità che le era quasi costata la vita quando, per guardare il suo bambino alla finestra, era caduta di Sierra e nella mira di un cecchino. La ricorderemo così: falsaria, simpatica, caparbia, con il sorriso sul volto e una nostalgia imprecisata negli occhi, femminista, orgogliosa sostenitrice del matriarcato dove a comandare non è solo una donna, ma una personalità. Il sapore che lascia laquarta partedeLa Casa di Cartaè agrodolce, seppur il finale riesca parzialmente a redimerla.Le prime due partisono insuperate e la sensazione è che, se fossero state autoconclusive, avremmo ungiudizio miglioredella serie spagnola. Inoltre, lo storytelling, inframezzato daampi flashback in cui rivediamo Berlino, fa pensare più ad una strategia di fan service che ad un reale intento narrativo.
LA COPERTINA
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CIAO...
Gigi...
Stefano...
COMUNICAZIONI ASI NAZIONALE
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Questo sarà lo spazio dedicato a tutte le comunicazioni dei tesserati
COMUNICAZIONI ASI SPETTACOLO
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Stelle da Sanremo L'unico Format Tv che ti promuove su Tv Radio e Giornali di Tutta italia... 1-7 Marzo 2021 Sanremo... Clicca sul logo per saperne di più
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Peeling un nuovo approccio con uno sguardo al futuro Molte volte avete sentito parlare di peeling chimico. I peeling esistono dai tempi basta pensare che gia i romani e greci gia’ li conoscevano La parola peeling viene da to peel che in italiano vuol dire sbucciare Infatti fino a poco tempo fa si pensava al peeling come solo un esfoliazione cutanea Esistono tantissimi tipi di peeling si va dal semplice acido mandelico fino ad arrivare al tricloroacetico Tutti questi peeling vengo usati sia da noi medici estetici che dermatologi A volte anche estetiste fanno peeling ( ricordo che la legge consente uso peeling chimici alla massima percentuale consentita fino al 30 per cento) Noi medici possiamo arrivare fino al 70 per cento acido glicolico. Pochi pero’ sanno una cosa i peeling non sono caratterizzati solo dalla concentrazione di prodotto ma da anche il ph Piu il ph è acido piu potente è il peeling. Alcuni peeling vengo utilizzati spesso sia per macchie o discromie in termini piu scientifici ma anche per acne attivo basti pensare all’acido salicilico o all’acido glicolico oppure per le cicatrici d’acne come il tricoloroacetico o lo stesso glicolico Questa e’ una piccola introduzione sui peeling Ora il peeling e’ tuttaltro non è solo un esfoliante ma anche una biorigenerazione cutanea Cioe’ si rigenera la pelle in termini semplici Scientificamente invece si ha sicuramente un esfoliazione ma anche una stimolazione dei fibroblasti a produrre collagene e elastina rigenerando la cute Infatti ora il peeling è considerato un biorigenerante della cute
Dott. Andrea Menichelli
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LA MEDICINA ESTETICA Articolo del Dott. Andrea Menichelli
Nel tempo le case produttrici hanno creato peeling sempre meno invasivi con un downtime minore per il paziente cioe’ prima un tricloroacetico dava croste e infiammazione anche di giorni , ora con le nuove formulazioni dei peeling grazie all’effetto tampone si ha un massimo risultato con meno infiammazioni e niente croste.. I pazienti ormai non accettano di stare a casa ad aspettare i processi che avvengono dopo un peeling importante ma vogliono un risultato massimo con la minima esfoliazione e infiammazione. Quindi le case sono riuscite a creare nuovi prodotti al passo con i tempi. Tutti i peeling possono essere combinati con altri trattamenti Io preferisco distanziarli l’uno dall’altro ma nulla esclude che io possa usare biorivitalizzanti, filler, fili in pdo di trazione o biorivitalizzazione e macchine come radiofrequenza Sul mondo dei peeling ci sarebbe da fare un trattato ma dato questo è solo un piccolo articolo sulle mie esperienze personali non mi dilunghero’; Ricordo pero’ i tre canoni fondamentali della cosmetologia detersione-idratazione –protezione Quindi va bene fare i peeling, io vi consiglio sempre da un medico estetico o dermatologo che conoscono bene i pregi e i difetti dei peeling ma sempre fondamentale preparare la pelle a un trattamento del genere e proteggerla subito dopo. Dr andrea menichelli nutrizione medico estetico tricologia Consigliere tutela medici estetici
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Box n°109 Mercato Insime
Siamo alla seconda tappa di questo nostro viaggio. Anche oggi vi porterò a scoprire due splendide regioni ed assaporeremo insieme un piatto che le rappresenta. Il clima comincia a rinfrescarsi, la pioggia si fa più incombente, si restapiù volentieri a casa e ci si dedica di più alla cucina… per questo vi propongo una ricetta tipicamente veneta che io personalmente adoro e che ha stupito anche la famiglia del mio compagno: il BACCALÀ ALLA VICENTINA. I miei suoceri, infatti, sono di origine portoghese ed lì il baccalà è molto utilizzato in cucina, ma noi italiani riusciamo sempre a stupire! In verità per questa ricetta si usa lo stoccafisso ma i vicentini usano il termine baccalà anche per parlare di esso, quindi ecco il perché del nome! Non pensate al sapore forte dello stoccafisso perché dopo essere stato lavato e lasciato in ammollo per 3 giorni, verrà cotto nel latte quindi addolcito e reso estremamente gradevoleal palato.
Alice bonati
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CONSEGNE A DOMICILIO SERVIZI ON LINE
Ingredienti: 1kg di stoccafisso ammollato da circa 3 giorni e asciugato per una notte 300g di cipolle bianche 40g di sarde sotto sale 180g di latte 20g di Grana Padano DOP 180g di olio Farina Sale Pepe Prezzemolo
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IL GIRO DEI GUSTI IN 12 MESI
Viale della Primavera 11 - 00172 - Roma
Per cominciare tritate le cipolle e lavate accuratamente le acciughe sotto l’acqua corrente in modo da dissalarle, mettete i due 2 ingredienti in una padella con un filo d’olio e cuocete a fuoco bassissimo finché le sarde non si saranno sciolte (ci vorrà un bel po’ ma abbiate pazienza e non alzate la fiamma) ed avrete ottenuto una crema ambrata. Passate ora al filetto di stoccafisso deliscato ed aperto con la pelle rivolta verso il banco di lavoro, farcite la metà del filetto con un po' del composto di cipolla, aggiungete del sale grosso e del pepe macinato, poi spolverizzate un pochino di farina. Richiudete il pesce come se fosse un sandwich e tagliatelo a pezzi di circa 5cm. Prendete un tegame, ricopritelo con la crema di cipolla e sarde, e disponete tutti i pezzi di stoccafisso farciti uno accanto all’altro in senso verticale. Finite con quel che resta della crema e aggiungete ancora un po’ di sale ed un po' di pepe. Coprite con il Grana Padano e versate tutto il latte, infine mettete l’olio a filo fino a coprire il baccalà. A questo punto armatevi di pazienza e lasciate cuocere per circa 4 ore, dovrete controllarlo di tanto in tanto e, se possibile, non giratelo mai con un cucchiaio ma muovete semplicemente la padella. Potete coprire con un coperchio durante la cottura ma abbiate l’accortezza di lasciare una parte scoperta per la fuoriuscita del vapore. Trascorso il tempo di cottura aggiungete del prezzemolo tritato e gustate l’intensità di questo piatto accompagnandolo ad una buona polenta.
ASI NAZIONALE
Ingredienti: 500g di patate pulite 200g di cipolle 400g di Montasio semistagionato 50g d’olio extravergine di oliva Pepe
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LO SPAZIO DELLE..BELLE NOTIZIE...
Ass.ne Nazionale Sociologi
Happiness Museum Il primo museo al mondo dedicato alla felicità
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Sbucciate le cipolle e tagliatele molto fini, sbucciate le patate e grattugiatele con la grattugia a fori grossi, così anche il formaggio Montasio. Gli ingredienti sono pronti, potete mettere una padella sul fuoco con 40 g d'olio ed unirvi la cipolla, fate soffriggere appena ed aggiungete le patate grattugiate. Fate cuocere a fuoco dolce per una decina di minuti e poi versatevi il formaggio grattugiato. Salate e pepate a piacere. Fate cuocere ancora per circa 15 minuti in modo che il formaggio sia ben fuso. Quando avrete ottenuto un impasto omogeneo spegnete il fuoco. In una padella antiaderente scaldate un filo d’olio poi versatevi il composto cercando di compattarlo al meglio come se fosse una frittata. Lasciate formare una bella crosticina e giratelo. Potete trovale del grasso in eccesso in questa fase quindi eliminatelo prima di trasferire il frico sul piatto da portata. Gustatelo bello caldo! Se proprio non riuscite a reperire il Montasio potete utilizzare un altro formaggio stagionato a vostro piacimento! Spero di avervi fatto venire l’acquolina in bocca e di avervi dato qualche buona idea per la cena. Per ora vi saluto e vi do appuntamento alla tappa n°3 per continuare insieme il nostro viaggio attraverso i sapori d'Italia! Baci baci Alice
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Con la prossima ricetta vi porto in Friuli Venezia Giulia, che ci grazie di uno speciale piatto unico a base di patate e cipolle, super semplice ma dal gusto incredibile! Sto parlando del FRICO FRIULANO. Ingredienti poveri, che tutti abbiamo sempre a casa, che vi aiuteranno a salvarequalche cena improvvisa con un risultato veramente top!
Sebastiano irlando
Il dado è tratto (mi dico soddisfatto). E, e prima di procedere, vi (e mi) illustro questo preludio a dir poco significativo. Ad onor del vero a me non interessano molto le vicende biografiche, pur comprendendone la loro portata ed influenza sul percorso artistico di ognuno dei personaggi cui vado ad intrattenermi… Poi nel caso di Richard Wagner mi par del tutto evidente. Ma … ma ci sono delle circostanze che mi hanno incuriosito oltremodo. Ecco… üFinito che lei ebbe il “Vascello fantasma”, “Lohengrin” e “Tannhäuser”, la sua carriera di compositore si interrompe a causa della Rivoluzione del 1849 che, appunto, sconvolge la Germania. Esiliato fugge in Svizzera. In questo periodo lei, accantonando tutte le ambizioni di successo sulle scene e dimenticando le angosce connesse alle rappresentazioni, dà corso ad una opera d’arte letteraria, di critica e di estetica. Non mi riferisco agli articoli da lei scritti e pubblicati a Parigi (due fra tutti: “Una visita a Beethoven_La fine di un musicista tedesco a Parigi” e “Lo Stabat mater di Rossini”) ma soprattutto al trattato: “Progetto per l’organizzazione di un teatro nazionale nel Regno di Sassonia” del 1849 che assiemeal “Trattato sulla Religione e l’Arte (1880) risponde … lA tre domande: 1.Quale deve essere l’opera d’arte ideale? 2.Quali debbono essere le condizioni ideali della sua rappresentazione? 3.A quale pubblico essa si deve rivolgere? üChi meglio di lei, maestro dal temperamento speciale che tutto riflette, ragiona ed approfondisce, avrebbe potuto dar risposte con indipendenza di spirito? lEcco… vede in principio, nella mia qualità esclusiva di musicista, mi sono accorto che la musica - sotto forma di opera – è un genere illogico: tanti difetti da correggere per renderla perfetta. Quindi alla musica si deve armonizzare la scenografia e la poesia senza trascurarne la sua rappresentazione ideale. In fondo ad una opera d’arte ideale deve per forza far riferimento un pubblico ideale … un pubblico rigenerato. Quindi l’arte deve manifestarsi sotto le forme: artistica, tecnica e filosofica. üMi perdoni … Lei si riferisce al suo pubblico … a lei contemporaneo? lAbbia pazienza un attino. La musica merita d’essere trattata seriamente e che, in termini di numero di giorni di rappresentazioni, abbia una durata ragionevole e sia espressa in un teatro nazionale: solo i Greci hanno conosciuto
STORIA DEL TEATRO E DELLA POESIA
“STORIA DEL TEATRO E DELLAPOESIA” in 12 “Telefonate Dal Futuro” (di Sebastiano GIRLANDO) 2 TELEFONATA: “Le preoccupazioni teoriche e dogmaticheimpreziosiscono le opere wagneriane?” (sto digitando il numero... e speriamo, questa volta, sia veramente quello giusto) Anche questa sera, come sempre mi accade, prendo carta e penna … Ma, ma prima di iniziare, mi collego ad YouTube, per ascoltare qualche pezzo classico. Quindi inizio a guardarmi intorno quando aleggiano nel buio della stanza le dolcissime note di Richard Wagner che preannunciano, da lì a poco, la mirabile voce del Soprano Margriet Buchberger in Schmerzen (DOLORI) (Wesendonck Lieder Nr 4). Stavo di già deliziandomi, sebbene angosciosamente preso dal dilemma sul nome del compositore cui telefonare … quando un messaggio s'apre sul mio cellulare! Leggo e … compare quale mittente la carissima amica Margriet! Coincidenza o nume tutelare? Chi meglio di cotanta artista per chiedere lumi o consiglio alla bisogna? Già... Lei perfetta e preziosa interprete di R. Wagner, di G.F. Händel, di A. Vivaldi, di G. Caccini, di W.A. Mozart, di F. Schubert, .. arriva a proposito. Leggo e, dopo i graditissimi saluti di rito, traslo a lei il mio affannato dubbio. Io, quale apprendista stregone, cerco di vivisezionare sul tavolo della memoria qualche speciale accadimento riguardante tanti illustri compositori... Ahahahah (una risata beffarda) echeggia nella testa di un umile apprendista qual’è il sottoscritto. E dopo attenta e accurata disamina una foto mi giunge qual presagio divino. Tutti curiosi, spero? E, per gentile concessione eccola:
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La Rivista di Asi Nazionale
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Primato
Viale Libia n.55 - 00199 - Roma T. (+39) 06 89011176
l’arte vera quale interprete scrupolosa della coscienza pubblica per cui la nostra arte deve non più essere (come allora) conservatrice ma “rivoluzionaria” nel senso di tentare di riformare e rigenerare le coscienze per il futuro. Ma comeprima necessità è l’arte stessa che si deve riformare attraverso il “dramma” grazie alla sua comunicazione immediata: il drammaturgo è il creatore perfetto. Se ritene le consiglio di leggere il mio trattato “Opera e dramma” (Lipsia 1856). La musica ridiventi un mezzo dell’espressione artistica e l’azione il suo vero fine. Per ottenere quanto da me suggerito si incominci dall’Aria (che è, in origine, la canzone popolare), poi si arrivi al duetto (Weber, Meyerbeer ne sono efficaci maestri), Orbene ci si rivolga ai miti popolari, alle tradizioni antiche. Queste le mie conclusioni teoretiche. üLe rivolgo una mia supposizione: E’ quindi, a causa di queste sue considerazioni creative (non certo di tecnicismo convenzionale) che lei ha riscritto alcune delle sue opere più importanti fino a renderle mirabili (trasformandole, così, da semplici saggi di gioventù ad opere definitive)? Ed ancora: Che, musicando alcune poesie (all’epoca non certo importanti), ha tracciato quel sentiero che l’ha condotto alla stesura definitiva di “Tristano ed Isotta”? …. Capisco e condivido la sua concezione che le opere sono rivelazioni ed il teatro è il tempio dell’azione. Dopo il 1849 le sue opere sono più ricche, più drammatiche (tipo L’Anello dei Nibelunghi). So che è molto impegnato e, se vuole, ci potremmo risentire sull’argomento! A presto…. Sebastiano GIRLANDO
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Studio Leagale Ruscio
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Giusy di Bartolo
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BAGUTTI
Toletteria San Giovanni
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LE ORCHESTRE ITALIANE
Dopo gli studi al conservatorio di Piacenza in pianoforte e contrabbasso, Franco Bagutti inizia la sua carriera con concerti all'estero col maestro Russato, suo insegnante e primo contrabbasso dell'Orchestra del Teatro alla Scala. Alla fine degli anni '60 entra nel complesso guidato dal maestro Vitali ed inizia alcune collaborazioni in orchestre di musica classica e leggera, che lo portano per alcuni anni in giro per l'Europa e in Oriente. Tornato in Italia, inizia a collaborare con l'orchestra del sassofonista Leo Bruni e con quella del maestro Pippo Caruso (futuro "braccio musicale" di Pippo Baudo), fino a fondare nei primi anni '70 il suo primo gruppo musicale: "Il Bagu". Dopo soli 2 anni il piccolo gruppo musicale diventa una orchestra vera e propria e nel 1973 nasce ufficialmente l’Orchestra Bagutti. Membri fondatori, accanto al leader, sono gli amici Vittorio Benecchi, Cesare Bisagni, Adriano Corniolo, Luigi Costa, Sergio Mainardi e Fausto Prati. Ma il tocco che fa la differenza è la voce di Lia Costa, prima di una lunga schiera di magnifiche cantanti destinate a passarsi il testimone all'interno dell'Orchestra.
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In questa nuova formazione la voce femminile viene messa costantemente in primo piano: un'innovazione fondamentale che, insieme all'attenzione per la melodia e il frequente uso di tempi lenti (che permettono ai ballerini meno atletici di "riposarsi" fra un brano vivace e l'altro), differenzia l'Orchestra Franco Bagutti da quelle romagnole, caratterizzandola in modo inconfondibile. Alla fine degli anni 80’ L'Orchestra Franco Bagutti è ormai l'indiscussa campionessa della musica da ballo emiliana (che, col suo stile suadente e melodico, si contrappone a quella dei "rivali" romagnoli). Il genere è in piena esplosione e l'Orchestra miete successi con l'uscita di una serie di album di cui i brani, ancora oggi, figurano stabilmente nel repertorio di tantissime orchestre italiane: "Canzone antica", "Caro papà", "Il soldato", "Viene la sera", "Chiesetta bianca", "Primo bacio", "Ritorno a casa mia". Franco Bagutti lancia una nuova, accresciuta formula vocale destinata a diventare di moda in molte orchestre: tre voci soliste femminili affiancate da una maschile negli anni 90’ nascono, anche, le Edizioni Musicali Bagutti. L’ascesa continua: L’orchestra è sempre stata in continua evoluzione, seguendo le mutazioni sociali e le contaminazioni di altri generi musicali. Iniziano i concerti in diverse su tutte le piazze, teatri d’Italia ma anche nel mondo: Chicago, Detroit, New York, Toronto, Londra e tante altre. E mentre si susseguono le produzioni musicali di successo, si consolidano anche le presenze televisive in programmi di spicco quali “Buona Domenica” con Maurizio Costanzo su Canale 5, “Un circo per l’estate” condotto da Emanuela Folliero su Rete 4, e a “Strisci la Notizia” nelle puntate di Natale. Con l’arrivo del nuovo "millennio" l'aspetto scenico della formazione, diviene progressivamente l'elemento vitale per lo spettacolo. Grazie a Gianmarco Bagutti, figlio di Franco, si compiono progressi inimmaginabili solo qualche anno prima.
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Gianmarco, infatti, pur essendo pianista e sassofonista, e prima di affiancare il padre sul palco dell'Orchestra, decide di concentrare il suo impegno proprio nella cura dell'aspetto scenografico della formazione; con un sofisticato allestimento di strutture per i concerti e con un supporto audio-video- luci in grado di creare un complesso scenografico di altissimo livello, le serate si trasformano in veri e propri concerti-spettacolo, in grado di divertire, entusiasmare e sorprendere anche chi non si lascia andare all'irresistibile richiamo alle danze, nasce l’Orchestra Italiana Bagutti. Sarà proprio con l’entrata in orchestra di Gianmarco, che diventerà ben presto frontman non solo di un gruppo ma di un vero e proprio show a 360°, che l'Orchestra Bagutti, relativamente alla musica da ballo, può fregiarsi di aver inaugurato un'era che oggi identifica l'inimitabile "stile Bagutti". Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere a Gianmarco come l’Orchestra Italiana Bagutti sta affrontando questo duro e lungo periodo di fermo dovuto al Covid 19. Lo stesso, ci racconta di come lui e il padre, musicisti ma anche imprenditori, si siano dovuti re- inventare per supportare tutti i musicisti, fonici, cantanti che dal mese di Febbraio sono fermi e che attendono ancora la cassa integrazione, in quanto tutti regolarmente assunti in orchestra. Non potendo fare serate da ballo e, per non privilegiare dei componenti piuttosto che altri, non stanno effettuando ospitate ma serate concerti dove emozionare il pubblico con il loro infinito repertorio di successi. Ci narra poi che quest’anno l’Orchestra Italiana Bagutti, avrebbe dovuto festeggiare i 50 anni di attività con un Concerto Evento in Ottobre ma che, ovviamente, lo stesso verrà rimandato al nuovo anno nella speranza che si possa nuovamente tornare alla normalità. Auguriamo a Gianmarco a Franco a tutti i musicisti, cantanti e a tutti i lavoratori dell’indotto dell’Orchestra di riprendere quanto prima l’attività al fine di poter regalare, ancora per tantissimi anni, emozioni a tutti colori che ascoltano e ballano la loro musica.
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Persone Normali, di Sally Rooney. Ricordo di aver terminato il libro e di aver avuto bisogno di respirare a fondo per qualche secondo, prima di poterlo chiudere. Nonostante sia stata una lettura di quelle con l’acceleratore premuto, in cui gli occhi viaggiano veloci sulle parole per inseguire la trama, la sensazione è quella di leggere la storia di due amici scostanti che ogni tanto perdi di vista, per cui riesci a provare una tale empatia che vorresti tuffarti tra le pagine e prenderli a schiaffi, purché riescano a vedere quello che vedi anche tu, che è sotto gli occhi di tutti tranne ai loro, che entrambi negano, evitano, complicano senza riuscire a districare una matassa che si sono intrecciati da soli.
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Midnight Sun, di Stephenie Meyer Dopo più di un decennio di attesa, in cui qualcuno aveva anche perso le speranze, alla fine di questa estate è finalmente uscito il quinto libro di Twilight, Midnight Sun. E per quello che mi riguarda non poteva accadere in un momento migliore. Dopo sei lunghissimi mesi di buio psicologico, fatti di insicurezze e stravolgimenti, di paure e lotta contro una inaccettabile realtà in cui molti di noi non sono riusciti a leggere neanche la lista della spesa per le ordinazioni online, avere la possibilità di immergersi in una storia conosciuta, dalla scrittura semplice e che offrisse la possibilità di curiosare nella vicenda da un’altra prospettiva è stata quasi una manna dal cielo. Non che il mondo abbia smesso di leggere nel frattempo, e nemmeno io. Ma ammettiamolo, ogni tanto e in particolar modo in questo periodo, c’è bisogno di leggerezza. Tanta. E leggere Midnight Sun è stato come prendere un bel respiro, lasciando andare il resto. Un po’ come farsi un pediluvio dopo una giornata stressante. Una roba semplice, senza fronzoli e sovrastrutture. Metti a bagno i piedi e ti godi la faccenda senza pensare. Nonostante sia uno young adult, nonostante parli di vampiri e di amori eterni, eterni nel vero senso della parola, eterni a tal punto che sono forse più inquietanti di personaggi che succhiano il sangue ai puma e dicono di essere vegetariani, Twilight è stato un caso editoriale. Dalla sua storia sono stati tratti quattro film ed esiste un fandom (comunità di fan accaniti, n.d.a.!) che ha scritto fiumi di fan-fiction sul tema, tanto che gli stessi personaggi sono stati di ispirazione addirittura per un altro caso editoriale, di cui però preferisco non scrivere nulla. E, cosa ancora più importante, questo quinto volume della saga, che niente altro è che la ripresa della stessa trama del primo ma da un altro punto di vista, sarebbe stato pubblicato circa dodici anni fa se la Meyer non fosse incappata nell’incubo peggiore che tutti gli autori temono. Nell’estate del 2008 vennero pubblicati online, non si sa bene con quale dinamica colposa o preterintenzionale, i primi dodici capitoli del libro, riscritti dal punta di vista di Edward, il lui della storia. Nel mondo sommerso di internet, in un attimo, moltissimi riuscirono a leggerli. Che le bozze di un libro vengano trafugate e diffuse prima ancora che l’editore abbia fatto il suo impietoso labor limae è una faccenda che, per un autore, può essere paragonata all’essere costretto a girare nudo per strada. E infatti le conseguenze emotive sulla Mayer furono rese manifeste nella lettera che scrisse per i suoi fan, dove disse che era talmente arrabbiata per quello che le era capitato, che se avesse ripreso il suo lavoro probabilmente avrebbe fatto vincere il cattivo e ucciso tutti i buoni, stravolgendo la trama originale. Quindi comunicò a tutti i suoi lettori che Midnight Sun sarebbe rimasto incompiuto. Drammi, lacrime e ciocche di capelli a terra. Ma invece, in questo strano lunghissimo anno, almeno qualcuno si è tolto una soddisfazione. Il libro è uscito il 24 settembre e, anche se temo che gli appassionati abbiano finito di leggerlo il 26, regala effettivamente un respiro. Edward nella sua narrazione personale aggiunge alla storia mille piccoli dettagli che nella versione di Bella in Twilight ci erano assolutamente e tecnicamente proibiti. La lettura è un ripercorrere una storia che si sa dove andrà a parare, in ogni suo istante, e che in questo momento è forse una delle poche certezze non generatrice di ansie fino a ieri sconosciute. Un sentiero battuto. Niente dirupi o ponti tibetani crollati. Si va avanti senza ostacoli. Le parole scorrono, i pensieri di Edward sono giustificativi di ciò che già sappiamo senza mai appesantire la storia, ma anzi regalandole una nuova luce, tanto che la stessa Bella diventa più amabile anche agli occhi del lettore. E arriva una fine che conosciamo, che sappiamo già non essere una fine, ma un preludio per altro. Però conosciamo pure quello. E forse per questo periodo non è poi tanto male. Almeno qualcosa di rassicurante.
Michela Moriggi
I LIBRI DI MICHELA
Nicola Convertino
IL MARTELLO DELLE STREGHE
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BREVE STORIA DEL FUTURO: 2050 - FUGA DAL PIANETA TERRA
In un rapporto delWWFsullo stato di salute della terra abbiamo uno scenario apocalittico...siamo sulla soglia dell'esaurimento delle risorse del nostro pianeta! Si parla che nel 2050 l'umanità raggiungerà un ritmo di consumo pari a 2 volte la capacità del pianeta terra. Negli ultimi 40 anni la biodiversità terrestre si è ridotta del 31% e le risorse ittiche di mari e oceani del 27%, quindi quasi 1/3 delle specie viventi su terra, mari e oceani si sono estinte dal 1970 a oggi. L'Impronta Ecologica dell'uomo sul nostro pianeta è triplicata dal 1961 al 2003, ed i paesi più a rischio sono gli USA, i paesi scandinavi e nel prossimo futuro la Cina, con il suo "selvaggio" sviluppo industriale. Ogni anno, per poter nutrire la popolazione, dobbiamo coltivare venti milioni di tonnellate di cereali e riso in più rispetto all'anno precedente, e le piante commestibili hanno bisogno di terra, terra coltivabile e gli esperti hanno calcolato che tra 4 anni circa ci sarà bisogno di novanta milioni di ettari di terra in più, una superficie come la Francia. Dove andremo a trovare tale superficie? Disboscare non rappresenta una soluzione valida, dato che il terreno ricavato dalle foreste è spesso poco coltivabile, la terra migliore per la coltivazione è di solito quella in pianura, dove si costruiscono anche molte case, strade, campi da golf, aeroporti ed altre cose necessarie all'uomo moderno. Altro problema è chela terra coltivabile è minacciata sempre di più dall'Erosione del suolo. Sappiamo che molte piante trattengono la terra coltivabile con le loro radici, ma quando le foreste sono abbattute o l'erba viene brucata dal bestiame al pascolo, il suolo tende a sbriciolarsi ed essere spazzato via dal vento o dalla pioggia. Un classico esempio è il fiume indiano Gange: in alcuni periodi dell'anno diventa marrone, in parte per i frammenti di terra coltivabile provenienti dal Nepal, dove la popolazione povera è costretta ad abbattere le foreste per usare la legna da ardere. Dove scompaiono gli alberi, la terra viene spazzata via dalla pioggia e finisce nel Gange.
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Ma Persone Normali non è una storia d’amore, quella è solo la chimera che entrambi inseguono senza riconoscerla mai per quello che è. Perché la normalità sta proprio nel vivere la propria esistenza sbagliando e imparando a riconoscere ciò che la vita ci mette davanti, inseguendo un concetto di normalità sopravvalutato, come se dovesse essere tutto sempre facile e l’ambizione di ognuno dovesse essere esclusivamente non incontrare difficoltà durante il cammino. Ma la Rooney, che è per altro giovanissima, ce lo racconta: camminate, inciampate, rialzatevi e poi quello che doveva essere arriverà. E non sarà per niente la normalità che tanto aspettavate, la normalità è un contenitore di difficoltà in cui bisogna solo avere il coraggio di tuffarsi.
Ma poi pensi al titolo, scendi dal tuo piedistallo dorato di convinzioni maturate attraverso le tue esperienze, rifletti sull’età dei personaggi (e dell’autrice) e torni indietro nel tempo, capendo dove genera l’empatia e dove inizia la tua frustrazione e il prurito alle mani. Leggere Persone Normali è un tuffo indietro agli anni dell’insicurezza, dei passi falsi, delle incertezze ingestibili che ti portano a guadare fiumi scegliendo sempre le pietre sbagliate e rischiando ogni volta di affogare. È la narrazione di un’evoluzione, con salti temporali tra un punto e l’altro del romanzo, di un rapporto che immediatamente ti prende allo stomaco e non va mai come vorresti. Perché Marianne e Connell hanno dialoghi che spesso non combaciano, come se parlassero due lingue differenti, che lasciano al non pronunciato molto più di quello che dicono e l’autrice è come se volesse farti assistere alla scena da fantasma silenzioso. Basterebbe poter intervenire e poter fermare il tempo narrativo per un attimo, mettendo in ordine le cose. Ma Marianne e Connell sono due adolescenti che diventano adulti e che vivono la loro vita senza capire cosa lasciano andare ogni volta: quel percorso comune che potrebbero fare insieme e regalerebbe loro almeno un po’ di stabilità emotiva.
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Altro problema è lacarenza idrica. Le nostre piante alimentari non possono crescere senza un abbondanza di acqua dolce, che è una risorsa sempre più scarsa. Le zone rurali più avanzate si servono di "Acqua di Falda", acqua che giace sotto il terreno in falde rifornite dalle piogge che filtrano attraverso il terreno permeabile. Oltre a queste ci sono anche le "Falde di Acqua Fossile", rimasta per lungo tempo sotto terra, anche dall'ultima glaciazione. La situazione fino ad ora era stabile, ossia tale acqua veniva pompata regolarmente, ma contemporaneamente altra acqua filtrava nella falda proveniente dalla pioggia, ora però si pompa più rapidamente acqua e le falde si stanno esaurendo. L'Arabia Saudita ha già svuotato gran parte delle sue riserve, anche gli Stati Uniti stanno rapidamente andando verso questo traguardo e sappiamo che questo paese coltiva gran parte dei cereali consumati nel mondo. La situazione è resa più grave del fatto che giornalmente scarichiamo i nostri escrementi nei fiumi e nei laghi e consumiamo grandi quantità di acqua dolce per lavarci...la carenza di acqua potabile è un grosso problema per i paesi poveri, dove ogni anno milioni di bambini muoiono per malattie dovute all'acqua inquinata.Dal punto di vista economico la situazione è altrettanto drammatica; dato che abbiamo imparato a sfruttare la terra in modo sempre più efficace, negli ultimi 50 anni i prezzi del cibo si sono notevolmente abbassati, pertanto cereali, riso e mais hanno un costo abbordabile per tutti, anche per i più poveri, però nel prossimo futuro le cose cambieranno, le terre coltivabili saranno sempre di meno ela carenza delle risorse
alimentari farà lievitare i prezzi del cibo, in Cina alcuni alimenti costano cifre spropositate, che solo i ricchi si possono permettere, per esempio le ciliegie. Per i paesi ricchi non cambierà molto se il pane o i cereali cambieranno di poco il loro prezzo, ma per i milioni di persone che a malapena riescono a sfamarsi può significare tracciare un confine tra la vita e la morte. Abbiamo già in questo secolo avuto le primesommosse alimentari in Africa, Asia e America del Sud. Potremo in futuro assistere alle prime catastrofi alimentari, con milioni di morti di fame. Ora quando mancadel cibo in una zona del mondo, i paesi più industrializzati attingono alle enormi riserve di cereali, ma negli ultimi anni tali riserve stanno scarseggiando e tra qualche decennio non ci saranno più. Gli scienziati lavorano incredibilmente per trovare soluzioni, si parla diBiotecnologie, del perfezionamentodella qualità di piante e animali, nuove selezioni di mais, mele, vacche e pecore,ingegneria geneticache modifica il materiale genetico di alcune piante per meglio sopportare l'aggressione di insetti, batteri e virus. si parla di "superpiante" che riuscirebbero a sfruttare maggiormente la fotosintesi. Dopo tutto ciòi nostri pensieri si dirigono verso nuove strade...al di fuori del nostro pianeta, ossia nello spazio. Nello spazio c'è più abbondanza di energia e materia prima e la possibilità di rifarsi una vita...tutti coloro che vivono miseramente o non vedono con ottimismo un futuro sulla terra potrebbero cercare un domani nello spazio.
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Quelli più avventurosi potranno imbarcarsi su un'astronave, come ai tempi di Colombo i ragazzi andavano nelle navi per raggiungere paesi lontani. Oltre agli asteroidi ricchi di carbonio ce ne sono altri ricchi di metalli e anche milioni di comete. Queste consistono per la maggior parte di ghiaccio e quindi acqua, ossigeno e idrogeno, ma la maggior parte di esse si trova oltre l'orbita di Plutone ed alcune la cui orbita passa vicino al sole. Per costruire grandi stazioni nello spazio, sarà meno costoso e più ecologico sospingere un asteroide o una cometa fino al cantiere piuttosto che far salire iminerali dalla terra.Nello spazio quindi si potrebbero fondare delle vere e proprie colonie, esse dovranno sfruttare tutti i tipi di tecniche per procurarsi la quantità sufficiente di cibo, acqua, aria e altri elementi indispensabili. L’importante per le colonie è diventare autosufficienti nel più breve tempo possibile. Le motivazioni, come si accennava prima potrebbero essere varie, ma in special modo i nuovi coloni potrebbero decidere di partire perché in disaccordo con l’evoluzione politica sulla terra. Questa fu una delle ragioni per cui la gente emigrò negli Stati Uniti nei secoli passati. I delinquenti più pericolosi potrebbero essere inviati sulle lune in periferia del sistema solare. La scelta del pianeta o del satellite dove fondare le colonie dovrebbe essere di superficie solida, per cui sono da escludere Giove, Saturno, Urano e Nettuno poiché sono gassosi. Il pianeta non dovrebbe essere tropo caldo, pertanto Mercurio, che ha una temperatura costante intorno ai 400 gradi, è da escludere anche lui. La forza di gravità non dovrà essere troppo debole, quindi anche la Luna la possiamo lasciar stare. Però si potrebbero ipotizzare delle vere e proprie “Stazioni Spaziali”, adattabili ad ogni esigenza umana, piccole, lunghe, di forma sferica, toroidale o cilindrica.
Una stazione spaziale lunga venti chilometri e larga quattro avrebbe uno spazio sufficiente quanto una grande città sulla Terra.. Il cilindro sarebbe pieno d’aria e le finestre, distribuite lungo il tubo, lascerebbero entrare la luce del sole. Gli uomini vivrebbero all’interno del cilindro, dove ci sarebbero case, terra, piccoli laghetti, boschi e villaggi. Un effetto simile a quello della forza di gravità terrestre, spingerebbe gli oggetti contro la parete interna del tubo e l’energia necessaria potrà essere ricavata da pannelli solari collocati sulla parete esterna del cilindro. Visti a distanza questi tubi cilindrici darebbero uno spettacolo incredibile…bianchi scintillanti, che ruotano lentamente nel nero dell’universo. Si potrebbero posizionare alla stessa distanza della Luna in orbita intorno alla Terra o in orbita al Sole, alla stessa distanza che ha la Terra dal Sole. Naturalmente per le materie prime si potrebbero attingere dagli asteroidi,con i propulsori di massa possiamo spostare asteroidi o comete e lasciar fare il lavoro ai robot. Ma se tutto questo non dovesse bastare ci sono anche progetti di “Terraforming” che significa più o meno “dare forma a un pianeta in modo che assomigli alla terra”, ed è proprio per questo motivo che da anni si sta studiando il pianetaMarte,perché gli scienziati pensano che sia possibile modificare il clima e l’atmosfera del pianeta rosso per renderlo abitabile per l’uomo. Per vivere a cielo aperto su Marte ci serve un’atmosfera con ossigeno, acqua corrente e temperatura adeguata. Oggi l’atmosfera è cento volte più rarefatta rispetto alla terra e contiene quasi esclusivamente anidride carbonica, la superficie diventa gelida di notte e la sola acqua presente è ghiacciata ai poli. Per fare il Terraforming su Marte occorrerà innalzare la temperatura, ciò attraverso grandi specchi che lo illuminino giorno e notte , realizzati con sottili strati di plastica rivestita di alluminio e non eccessivamente pesanti. Dopo un po’ la temperatura s’innalzerà, trasformando l’acqua in vapore acqueo. Il vapore acqueo trattiene il calore, come l’anidride carbonica, pertanto si potrebbe ottenere l’effetto serra, il pianeta diverrà ancora più caldo e se il ciclo continua il vapore acqueo potrà trasformarsi in idrogeno e ossigeno fino ad ottenere una sottile atmosfera di ossigeno. Se la quantità di ossigeno ottenuta non sarà sufficiente si potrà supplire con le comete, con in propulsori di massa si spingeranno verso il pianeta e venendo a contatto con esso si scioglieranno trasformandosi in vapore acqueo e acqua corrente. Venere rispetto a Marte ha dei vantaggi maggiori, perché ha le stesse dimensioni della terra, la forza di gravità è uguale e non ci sarebbe bisogno di creare una nuova atmosfera, come su Marte, si dovrà però modificarla: Venere è avvolto in un’atmosfera di anidride carbonica quasi 100 volte più densa di quella terrestre, la temperatura (essendo più vicino al Sole della Terra) è di 400 gradi centigradi e piove acido solforico. L’effetto serra è andato fuori controllo ormai da miliardi di anni, quindi la soluzione Marte è da accantonare, però la soluzione potrebbe essere sull’anidride carbonica perché è il nutrimento di molti organismi, pertanto si potrebbero manipolare geneticamente migliaia di microrganismi terrestri in modo che possano sopravvivere all’atmosfera di Venere e comincino a “mangiare” l’anidride carbonica, l’effetto serra di andrebbe ad attenuare e l’atmosfera diventerebbe più fresca e con il tempo le nuvole si innalzeranno…e potremo vedere la superficie di Venere con i nostri occhi. In conclusione Venere e Marte sono gli unici pianeti del sistema solare adatti per attuare il “terraforming”,insieme potrebbero triplicare la superficie abitativa per gli esseri umani, ma poi…dovremo cercare altri pianeti verso altre stelle …e tagliare tutti i ponti con il pianeta terra… Nicola Convertino
Luigi Soffrano conosciuto nel mondo dello spettacolo come "Jimmy il fenomeno", nato a Lucera (FG) il 22 Aprile 1932, è stato un attore caratterista del cinema Italiano che è apparso per ben 5 decenni sullo schermo dagli anni 50 a quelli 90. Non ha mai ricoperto ruoli da protagonista ma è comparso in ben 130 pellicole di film comici e poliziotteschi! È ricordato per il viso dall' espressione inconfondibile, lo sguardo strabico, la parlata dialettale e le sconclusionate risate. Muore a Milano il 6 Agosto del 2018. "Ho girato le città e il mondo intero, una faccia da fesso come la tua non l'avevo mai vista" Disse Toto' a Jimmy il fenomeno durante la lavorazione del film "Gambe d'oro" nel 1958
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NON CI RESTA CHE PIANGERE, 1985 con Massimo Troisi e Roberto Benigni, un bellissimo film diretto dagli stessi attori protagonisti e famoso per la storica scenetta:" chi siete, da dove venite, cosa trasportate, si ma quanti siete, un fiorino!" anche in questo capolavoro cinematografico Italiano abbiamo qualche errore che ai nostri storici attori sono sfuggiti: 1-All'inizio del film la Fiat Ritmo cabrio di Benigni,si ferma per un avaria al motore, ma il giorno dopo allude a una gomma a terra! 2-I due protagonisti si ritrovano catapultati nel 1492, infatti vogliono raggiungere Palos per fermare Colombo partito alla scoperta dell'America. Poi pero' si siedono a tavolino e scrivono la famosa lettera a SAVONAROLA, il famoso governatore tiranno della citta'. In realta', Fra' Girolamo Savonarola prese potere a Firenze nel 1494, ossia dopo la cacciata dei MEDICI! La stessa atmosfera ricreata dai registi (esecuzioni sommarie, arresti per futili motivi, coprifuoco) è riferibile al periodo dello stesso governo del frate che duro' fino al 1498. 3-Nella scena finale, Troisi e Benigni raggiungono la spiaggia da dove è appena partito Colombo. Nel cielo in alto a sinistra si intravede una piccola scia di un aereo che ovviamente nel 1500 non poteva esistere!
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Ciao io sono Rebecca per gli amici REBBY, sono una bambina di 13 anni e sono APPASSIONATISSIMA dei youtubers e qui sulla rivista cercherò di parlarvi di tutti i miei preferiti di chi sono dei loro gusti e dei loro canali web,sperando di riuscire a farvi avere i miei stessi gusti. Cominciamo.... Non credo abbia bisogno di presentazioni lei è la SABRI GAMER a me piace perchè è vera, sincera e ci fa divertire tantissimo ed è per questo che voglio iniziare con lei e consigliarla ai pochissimi bambini che ancora non lo hanno fatto di seguirla.. Se ci riuscirà cercherà di fargli un'intervista video solo per voi...
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Intervista a Cinzia Bruno Ciao... Mi chiamo Cinzia Bruno, nome d'arte non ne ho preferisco essere chiamata con il mio nome. Sono una ragazza timida simpatica e originale. A dire la verità non c'è stata una spinta diciamo che ho iniziato a voler fare la fotomodella per hobby poi man mano ho capito che mi piaceva ed ho continuato. Ho iniziato a 28 anni iniziando a fare qualche sfilata di paese poi man mano sono arrivata a fare la fotomodella. Ho iniziato facendo qualche corso di portamento. Diciamo che non mi sono mai ispirata a nessuno come modelle però ero attratta nel vedere le foto sui giornali tipo pubblicità di vestiti o pubblicità per quanto riguarda il makeup. Secondo me la moda e sia uomo che donna. Il genere fotografico che piace a me è molto particolare è artistico ma mi piace anche sponsorizzare cataloghi di brand o makeup. Lo stile che mi piace di più è quello artistico. Uno stilista è Valentino e Donatella Versace. La prima volta si è vero non si dimentica mai?? Questo lavoro mi trasmette tante emozioni positive e la voglia di andare sempre oltre nonostante l 'età. Il messaggio che vorrei trasmettere al mondo è quello di fare ciò in cui uno crede anche se nn arrivi in cima l' importante e averci provato le soddisfazioni arrivano comunque. Il mio posto preferito sulla terra e al mare dove ttt si perde e ascolti solo il rumore del mare. La mia frase e carpe diem ovvero cogli l'attimo. Oltre la fotografia mi piace anche fare sport e ballare. Lo sport è molto importante. L'amore è importante ed è sempre tra noi l'amore si trasmette ogni giorno con un piccolo gesto e si manifesta in ogni cosa. Io credo in dio e nell' amore. Sono felice. Progetti per il futuro.. si realizzare almeno una volta il sogno di lavorare con Valentino con i suoi meravigliosi vestiti
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MAIMOUNA
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3- Quando e come è cominciato il tuo percorso nel mondo della musica? La musica la scopro a 3/4 anni quando mi regalano la mia prima tastiera. Poi arriva la chitarra, le prime esperienze in un gruppo e la scrittura delle mie prime canzoni. Recentemente, in seguito all’incontro con un’etichetta indipendente, ho intrapreso il mio progetto solista, con la pubblicazione dei miei primi singoli. 4- Che cosa significa per te essere un Musicista Emergente? Quali sono i lati positivi e quali i negativi? È fantastico avere una certa base di fan con cui posso condividere la mia musica e con i quali riesco ad avere un rapporto anche piuttosto diretto e puntuale. Il fatto di avere una visibilità più ridotta rispetto ad un artista che ha una notorietà nazionale o mondiale da un lato riduce le possibilità di essere ascoltato, dall’altro però mi permette di mantenere un maggiore contatto con chi mi segue. E questo è molto importante per una persona fortemente orientata alla relazione e come me. A questo riguardo, un altro aspetto positivo dell’essere un artista emergente è quello di conoscere anche tante persone nel mio percorso, spesso persone che gravitano intorno al mondo della musica e con le quali ci sono degli scambi significativi. 5 - Qual è il ricordo più bello legato alla tua carriera? Non vivo molto di ricordi e ho una memoria particolarmente pigra, ma se dovessi sceglierne uno probabilmente direi il giorno in cui ho pubblicato il mio primo singolo. Quello è stato il momento in cui finiva il tempo delle sole cover e in cui intraprendevo con grande entusiasmo un percorso nuovo. 6- Che rapporto hai con i social network? E secondo te che rapporto c’è tra i social e la musica, oggi? I social oggi possono significare molto per un artista emergente, al fine di aumentare la propria visibilità e di mettersi in gioco. Ti permettono di avere dei feedback immediati dai tuoi followers, di condividere anche cose che vanno aldilà di una canzone, come le tue riflessioni, le tue giornate e questo genera un engagement positivo secondo me. Forse più che di un rapporto tra social e musica, parlerei di un rapporto tra musicisti e social. I social permettono ai musicisti di farsi notare, ma indubbiamente la musica esiste e vive a prescindere dai social. Io non sono un iperattivo sui social. Utilizzo principalmente Instagram (e Facebook a rimorchio). Mi piace condividere sia aspetti relativi ai brani che pubblico, ma anche utilizzarli per affrontare argomenti importanti. Penso che maggiore sia la visibilità che abbiamo, maggiore diventi la responsabilità di parlare di certi temi di una certa rilevanza sociale e collettiva. Credo che l’arte serva anche a questo. È vero che la musica è anche svago, divertimento, esorcismo di mali e sofferenze, ma credo che in qualche modo svolga anche un ruolo importante nello stimolare riflessioni su questioni fondamentali di interesse pubblico. 7- Che progetti hai per il futuro? Il 6 settembre uscirà il mio nuovo singolo. A novembre il successivo. Poi gennaio, marzo e così via, fino all’estate 2021 quando uscirà l’album in cui confluiranno i singoli pubblicati e qualche inedito, e quando potremo ricominciare più serenamente (mi auguro, lo spero, ci credo!) a fare finalmente dei live.
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SARANNO FAMOSI... MUSICA
La canzone d’autore nasce in contrapposizione a un modello imperante di canzone nata al solo scopo di intrattenere e promuovere una facile evasione: una canzone senza pretese anzitutto sul piano dei testi che dunque si è progressivamente svuotata di significati per fare posto a cliché e frasi fatte. In molti hanno riflettuto sul fenomeno che rappresenta da mezzo secolo una delle tradizioni più innovative nell’ambito della musica italiana. Abbiamo messo a confronto citazioni vecchie e nuove, che esplorano un fenomeno nuovo dal punto di vista poetico, musicale e discografico: Il terminecantautorerisale agli anni Sessanta dai dirigenti della RCRA Italia ed andò via via definendo il proprio significato grazie al progressivo interesse della critica, che ne evidenziò il carattere tipicamente italiano. L’idea fu quella di fondere le suggestioni provenienti dalla canzone d’autore francese (glichansonnier) e statunitense (ifolksinger) con quanto negli ultimi anni la canzone d’autore italiana era andata acquisendo grazie alle innovazioni portate da Domenico Modugno. Nasceva, così, un tipo di artista nuovo che doveva divenire un tutt’uno con le proprie canzoni, delle quali doveva essere autore interprete. Una confezione musicale in linea con le tendenze del momento andava così a coniugarsi con dei testi colti, lirici, ricchi di citazioni letterarie e di riferimenti a temi del tempo presente . Tra i cantautori decisi a porre al centro delle proprie canzoni i grandi temi del dibattito pubblico c’è il nostro artista della settimana : Rocco Masiello 1- cantante, cantautore? Sono un cantautore emergente che ha l’ambiziosa speranza di condividere la propria musica con il mondo. Non so bene di dove sono: con il padre campano, la madre francese, la ragazza in Inghilterra, cresciuto in Romagna, residente in Emilia, mi sento abbastanza cittadino del mondo. Mi piace la vita, ho mille passioni, sono curioso, amo le esperienze nuove, viaggiare, leggere, imparare, collegare, esplorare, ma anche leggere al contrario, camminare al contrario, scrivere al contrario, essere un po’ eretico, ironico e autoironico, talvolta fino all’irriverenza. Ah sì, adoro la musica. 2- Parlaci un po’ di te: che genere suoni e canti, quali temi solitamente tratti nei tuoi testi? Il mio è pop cantautorale. Mi piace sperimentare e cercare gli abiti migliori per esprimere i miei pezzi. Ecco perché nei miei pezzi si ritrovano stili e ritmiche differenti. Generalmente scrivo su una base costruita con la chitarra, ma poi in fase di arrangiamento mi piace osare, spingermi oltre, varcare i confini della mia comfort zone. E soprattutto, ogni artista vuole arrivare all’ascoltatore. Se non vuoi arrivare, non pubblichi, te la suoni e te la canti nella tua cameretta e amen. Se pubblichi vuol dire che vuoi il confronto con il pubblico. Scrivo quando ne sento il bisogno, non perché “oddio sono tre mesi che non scrivo qualcosa!” né per convenienza. Se sento il bisogno di esprimere un mood, un messaggio o delle riflessioni (anche su temi controversi o profondi) lo faccio. Mi piace, talvolta mi diverte, altre volte è un modo per sublimare degli stati emotivi. Indubbiamente mi fa stare bene, mi realizza.
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